Casa ACO è un intervento di recupero ed ampliamento di due fabbricati rurali, composti da lamie e trulli, immersi nella campagna pugliese, in Valle d’Itria.
Il progetto verte sulla costruzione di due muri paralleli, realizzati in pietra locale, che delimitano e individuano il lotto sia planimetricamente che altimetricamente.
Il muro adiacente alla strada di accesso individua l’altezza dei vari corpi di fabbrica, mentre il secondo ne traccia i piani di calpestio.
I fabbricati rurali vengono riconvertiti in unità abitative. In prossimità dell’accesso all’area, nel piccolo stabile composto da due ambienti voltati, è stata ricavata una dependance, invece il corpo costituito da due trulli e da alcune stalle voltate, è stato restaurato ed ampliato.
L’innesto di un nuovo volume dal linguaggio contemporaneo dialoga con l’esistente sia per contrasto che per continuità materica, cromatica e geometrica.
Alle dimensioni ridotte degli ambienti ristrutturati e alla rigidità della pianta dell’esistente, si contrappone la flessibilità dell’ambiente unico che caratterizza il nuovo corpo di fabbrica.
Nuove ampie bucature si affacciano sui giardini, permettendo anche dall’esterno la lettura delle componenti architettoniche originarie.
Un taglio sulla copertura, che funge da lucernario, sottolinea l’incastro tra il vecchio e il nuovo, evidenziando come il muro esterno del trullo sia stato inglobato all’interno del nuovo fabbricato. Quest’ultimo assume dunque la duplice identità sia di ambiente domestico rispetto al paesaggio che di spazio esterno rispetto all’edificio storico.
Un asse visivo identificato da aperture allineate percorre trasversalmente l’intera unità abitativa in una promenade che va dal giardino al living, proseguendo per i pensatoi posti all’interno del trullo, proprio sotto le iconiche coperture a cono.
Sono proprio questi due coni che, oltrepassando la quota limite imposta dal progetto, rinnegano i principi compositivi dell’opera, sovrastando l’orizzonte disegnato dal costruito.
Alle forme razionali e al bianco della calce dei corpi di fabbrica, si contrappone un progetto del paesaggio dalle forme organiche e dalle tinte più varie. Gli spazi interstiziali fra i vari volumi costituiscono aree caratterizzate da interventi puntuali ed esclusivi.
I muri di contenimento delimitano una tela entro la quale il verde e i percorsi ricuciono e connettono le varie parti dell’edificato compresa la zona della piscina.
Quest’ultima è posta in un vertice opposto rispetto a quello di accesso al sito, definendo un percorso che passando per tappeti d’erba, pavimenti di roccia naturale riaffiorata e riporti lapidei, accompagna il fruitore da un contesto dall’atmosfera tradizionale verso la progressiva scoperta della contemporaneità.