Casa VCS

Un’architettura sospesa sul paesaggio ibleo

Casa VCS è un intervento di nuova edificazione di una casa unifamiliare, realizzato nella campagna del ragusano, in un sito ad elevato valore paesaggistico.

Il lotto su cui insiste il progetto è caratterizzato da un lieve declivio che muta improvvisamente in una ripida scarpata rocciosa.

Il progetto si basa sulla reinterpretazione di un tradizionale sistema costruttivo locale. Nella campagna della provincia di Ragusa si possono facilmente notare diversi capanni rurali con coperture sorrette da strutture metalliche. Alcune sono architetture informali, sorte in maniera spontanea sul territorio, altre invece sono state oggetto di una più accurata progettazione.

Molte di queste costruzioni dalla natura temporanea sono divenute architetture permanenti in quanto, anche dopo la cessazione dell’attività agricola, non sono state rimosse.

I materiali utilizzati tra gli anni ’50 e gli anni ‘60 erano quelli più facilmente reperibili sul luogo e il sistema costruttivo si basava generalmente sulla tipologia della capriata in ferro che sorregge una copertura in lamiera.

CASA VCS riprende tale elemento architettonico, oramai superato dell’evoluzione culturale e tecnologica, per celebrarne il contenuto simbolico rimasto nel tempo inalterato e radicato nell’inconscio collettivo.

Una ricerca sui profili commercializzati tra gli anni ’50 e ’60 e sui relativi sistemi di assemblaggio, ha permesso di rivisitare la capriata adattandola al sistema costruttivo ed impiantistico d’avanguardia di CASA VCS.

Un muro in cemento armato contiene il declivio e accentua la cuspide sulla scarpata, dove la casa risulta galleggiare sul canyon.

L’edificio è concettualmente diviso in tre parti, ciascuna delle quali dotata di una propria autonomia visiva: la prima è quella dei pilastri in acciaio che innalzano l’abitazione alla quota della cuspide senza contrapporsi al naturale andamento del terreno; la seconda parte è quella della casa vera e propria disegnata come un volume minimalista; la terza è rappresentata dal tetto inclinato in lamiera, sorretto dalle grosse capriate, che ospita i pannelli solari;

L’ingresso principale avviene attraverso una passerella in orsogril che si estende anche sul lato opposto, offrendo un affaccio sulla valle che dà la sensazione di fluttuare nel vuoto.

All’interno  il blocco cucina, come un grande armadio, divide la zona pranzo da quella living e, grazie alle porte integrate al mobile, permette la separazione degli ambienti. La pavimentazione è in battuto di cemento industriale, mentre quella esterna è in sasso lavato.

Costruire sostenibile

Il rispetto per il luogo non si limita solo all’attenzione compositiva della casa ma a tutti gli accorgimenti progettuali necessari a renderla un’architettura sostenibile.

L’edificio espone i lati lunghi a nord e sud, consentendo un ottimale apporto termico sia estivo che invernale.

Lo studio delle aperture, delle zone ombreggiate, del pacchetto murario realizzato con sistema a secco e degli infissi ad alta prestazione permettono un controllo della radiazione solare in entrata e in uscita.

Grazie anche all’apporto di energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico, la casa ha ottenuto la certificazione NZEB (Near Zero Energy Building).

Credits

  • Cliente: privato
  • Sito: Modica (RG)
  • Progettazione: 2019
  • Realizzazione: 2021
  • Intervento: nuova costruzione
  • Progettista: Giuseppe Gurrieri Studio
  • Collaboratori: arch. Giulia Filetti, arch. Valentina Occhipinti
  • Strutture, impianti e direzione lavori: SIC studio ingegneria Cappello
  • Direzione artistica: Giuseppe Gurrieri Studio
  • Progetto del paesaggio: BB Architettura del Paesaggio
  • Foto: Filippo Poli

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